venerdì 27 novembre 2015

ed ora vediamo se mi rimane un pò di tempo per farmi la barba

domenica scorsa, dato che in casa si respirava ancora una bellissima aria di festa, sull'onda dell'entusiasmo, abbiamo deciso di fare l'albero di natale tutti insieme.

stamani, di ritorno dalla mia corsetta bruciagrassi, guardavo l'albero e la mia attenzione è caduta su una pallina che Sabrina mette sempre nello stesso punto, quasi a volerla coccolare; anzi, io in fondo penso che mia moglie faccia l'albero proprio per attaccare quella pallina lì, quella che le è stata regalata da Carmen, la sua collega e soprattutto amica, che qualche natale fa, sapendo di dover morire, ha pensato di regalarle la sua presenza in uno dei momenti più gioiosi dell'anno. 
ecco, io penso che Carmen fosse una piccola grande donna che sotto aveva due palle così.

stasera, invece, io e S. usciamo e raggiungiamo un piccolo gruppo di amici a Fidenza, a mangiarci una pizza. 
questo gruppo è la testimonianza diretta di come la vera amicizia non finisce mai. è nato negli anni, ormai piuttosto lontani, della scuola infermieri, e quando ormai sembrava che si fosse definitivamente sciolto, qualche anno fa, è rinato, ed ora, periodicamente, ci incontriamo e facciamo tante risate ricordando gli anni della scuola. 
insomma, proprio come si fa con le piante, così facciamo con questo gruppo di amici, annaffiandoci, di tanto in tanto, a vicenda. io penso perchè, durante il nostro percorso di formazione, ci è stato insegnato a prenderci cura delle persone, e questo  è un marchio indelebile che abbiamo stampato dentro. grazie, Enrica.
tra queste persone c'è anche Daria, una bellissima donna, che pur portando dentro un peso incredibile, quando la incontro o la sento, mi trasmette sempre un' enorme voglia di vivere ed un grandissimo amore per la vita, nonostante questa non sia stata proprio gentile con lei.

tornando invece a noi, sabato scorso, mentre fuori c'era letteralmente la tempesta, S è entrato in punta di piedi nella nostra famiglia ed io penso che in quel momento due mondi si sono incontrati, e questa è la cosa più bella che gli uomini e le donne di qualsiasi credo e colore possano fare.
come vi dicevo, si è creato fin da subito un bellissimo clima di festa, Rocco e Manuel avevano pensato di fare uno dei loro spettacoli ed hanno accolto S., Nicoletta e Paolo nascosti dietro una coperta di pile. Nicoletta, poi, aveva portato con se anche sua figlia Veronica ed è stato molto bello, perchè, pur non conoscendoci un granchè, sembravamo proprio un'unica grande famiglia, per usare le parole della mia amica Daria.
come in tutti i grandi eventi c'è stato anche il momento solenne della firma del contratto tra noi, famiglia Battecca, S. e Paolo, portavoce del CIAC. insomma, è stato proprio come in un matrimonio, noi e S. i due sposi e Paolo il prete che celebrava le nozze.

poi tutto è tornato alla normalità, se così si può dire, e siamo tornati a fare la vita di sempre ma con la sensazione costante, almeno da parte mia, di questa cosa nuova. in tutte le cose che faccio con S. cerco di trasmettergli, semplicità, perchè penso sia la cosa più importante; inutile nascondere però che, sempre in tutte le cose che faccio con lui, sento il peso della responsabilità, ma credo di portarlo via con disinvoltura.

mercoledì sera abbiamo festeggiato qui a casa tutti insieme il compleanno di Rocco, il nostro piccolo grande uomo che bruciando le tappe cresce a vista d'occhio ed ha già compiuto 9 anni, io avevo preparato due torte salate e Sabrina si era occupata della crostata di marmellata e, come in tutte le feste di compleanno, Rocco ha spento pure le candeline. poi, ieri sera, i nostri turni di lavoro, hanno voluto che fossimo di nuovo a tavola tutti insieme e ad un certo punto ho visto S. che, senza farsi vedere - proprio come facevo io da piccolo quando mettevo la letterina di Natale sotto il piatto di pisarei e faso' di mio padre la sera della vigilia - ha appoggiato sul tavolo nel posto di Rocco, un regalo per lui, un orologio. come ho già avuto modo di dire alla mia amica Giuliana, abbiamo finito i fazzoletti. Manuel, naturalmente, ci è rimasto male, ma quando, al primo accenno di sacrosanto capriccio, gli ho detto che a lui ci avrei pensato io, dimostrando grande sensibilità, si è subito rimesso a mangiare.

questo è stato senz'altro l'episodio più bello e significativo della prima settimana trascorsa insieme, e non ha bisogno di altri commenti.

ed ora vediamo se mi rimane un pò di tempo per farmi la barba.

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